Palazzo Postale


Palazzo Postale

Architetto: Angiolo Mazzoni (1894-1979)
Progetto 1929
Realizzazione 1933

Patrocinio della Provincia di Gorizia
Patrocinio del Comune di Gorizia

Angiolo Mazzoni – architetto
(Bologna 1894 – Roma 1979)

L’architetto Angiolo Mazzoni é stato uno dei maggiori protagonisti della cultura architettonica in Italia tra le due guerre.

Laureato in ingegneria (Roma 1919) e Diplomato in architettura (Bologna 1923), dal 1922 divenne Ispettore stabile della Divisione lavori delle FS operando, dal 1924 al 1945, nell’ambito dell’amministrazione unificata delle Poste e Telegrafi e delle Ferrovie Statali. In veste di progettista-dipendente pubblico, Mazzoni progettò numerosi edifici. Tra i progetti realizzati si ricordano, per importanza, gli edifici postali di Trento (1934), di Agrigento (1932), di Pola (1935); le stazioni ferroviarie di Trento 1936, di Siena 1936, di Reggio Calabria, di Montecatini Terme – Monsummano 1937, di Messina 1939; la colonia marina al Calambrone 1933 per i figli di postelegrafonici e di ferrovieri; infine si ricorda la Centrale termica e cabina apparati centrali della stazione di Santa Maria Novella a Firenze (1934), opera di architettura moderna considerata tra le più importanti della prima metà del’ 900.

Aderente al Secondo futurismo (1933), Mazzoni ha elaborato e realizzato nel corso di vent’anni edifici profondamente innovativi, coniugando le istanze innovative dell’ “architettura moderna” con una alta qualità delle realizzazioni, sempre caratterizzate dal particolare pregio dei materiali impiegati e dalle tecniche di realizzazione.

Dal 1945 si trasferì in Colombia, dove proseguì nell’opera di architetto rientrando in Italia nel 1958.

Il Palazzo Postale di Gorizia

Da un verbale presente nell’archivio Mazzoni risulta che il progetto del Palazzo Postale di Gorizia venne approvato il 3 aprile del 1929. Ottenne l’approvazione definitiva il 3 gennaio del 1930. I lavori di costruzione si conclusero presumibilmente nel 1933.

La plastica composizione dei corpi di fabbrica convergenti nella torre dell’orologio, accentuata dall’impiego dei mattoni a vista accostati ai massicci elementi in pietra di Aurisina, determinano la monumentalità dell’edificio. L’arretramento angolato del portico di accesso alleggerisce visivamente le incombenti volumetrie creando una piccola piazza. Da questa si accede ai piani corridoi degli sportelli al pubblico, sopraelevati e paralleli ai fronti strada.

L’originale assetto distributivo indica in questo modo due originali soluzioni tipologiche per la progettazione di edifici in aree centrali.

Mazzoni annotava, a proposito di questo edificio, di essersi ispirato all’opera di Joseph Hoffman per non cadere in una “copia culturalista”, dovendo in qualche modo ispirarsi “a forme di apparenza veneta”.

arch. Romano Schnabl

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